Guida a Ripple

Ripple è una delle più note e interessanti criptovalute in circolazione. Tra le più importanti in termini di capitalizzazione, è anche tra le più richieste dai partner aziendali, e tra le più focalizzate da parte degli investitori.

Cerchiamo di saperne di più!

Cos’è Ripple

Ripple è un’azienda tecnologica con sede a San Francisco, nata con l’obiettivo di fornire soluzioni di pagamento transfrontaliero in tutto il mondo. Ad oggi Ripple vanta centinaia di dipendenti e uffici a New York, Londra, Sydney, Sydney, India, Singapore e Lussemburgo.

Come anticipato, lo scopo della startup è quello di creare una rete di regolamento globale che assicuri transazioni più efficienti tra le istituzioni finanziarie. La sua piattaforma è infatti stata progettata proprio per permettere agli utenti di trasferire denaro tra qualsiasi valuta in pochi secondi, in qualsiasi parte del mondo. Insomma, un obiettivo ambizioso, che punta a eliminare la necessità di sistemi più “vecchi” come Western Union o SWIFT.

Cos’è XRP

Prima di procedere oltre, non possiamo che sottolineare che il termine Ripple è spesso usato in modo intercambiabile, e spesso in modo errato, per riferirsi ad alcune cose diverse.

In particolare, Ripple è spesso usato per riferirsi a XRP, ovvero al nome della valuta digitale che facilita le transazioni sulla rete Ripple. XRP funge efficacemente da ponte tra due valute da trasferire, e serve anche come fonte di liquidità, quando necessario. XRP è la risorsa nativa di XRP Ledger, una blockchain open source che funziona su una rete di server peer-to-peer.

Ripple è altresì usato per riferirsi alla tecnologia e alla startup, ovvero all’azienda tecnologica americana che sviluppa il protocollo di pagamento e la rete Ripple. Originariamente nota come OpenCoin, in seguito la tecnologia è stato chiamata Ripple Labs, prima del rebranding in Ripple, nel 2015. È questo, per intenderci, il giusto modo per riferirsi alla startup e alla blockchain, mentre quando si parla della criptovaluta bisognerebbe parlare di XRP.

Infine, a volte erroneamente si parla di Ripple per individuare la RippleNet, una rete di fornitori di pagamento che vuole collegare le diverse reti di pagamento di banche, scambi di beni digitali ed entità aziendali, e che può accettare sia le valute fiat che quelle criptate.

Come funziona Ripple

Nonostante il settore globale dei pagamenti sia enorme, attualmente non esiste una rete internazionale snella e ben organizzata per gestire i trasferimenti di denaro transfrontalieri. E questo è il problema che Ripple si propone ambiziosamente di risolvere.

Tuttavia, piuttosto che andare in diretta concorrenza con i colossi bancari che attualmente controllano questo settore, il piano di Ripple è quello di collaborare con i principali istituti finanziari di tutto il mondo per offrire una soluzione blockchain facilmente fruibile.

Unendosi alla rete globale di Ripple, la società afferma che gli istituti finanziari saranno in grado di elaborare i pagamenti dei loro clienti in qualsiasi parte del mondo in modo istantaneo, affidabile ed economico.

Facciamo un esempio. Ipotizziamo che la Banca A negli Stati Uniti voglia inviare 5 milioni di dollari alla Banca B in Bangladesh. Piuttosto che convertire i dollari USA nella valuta locale del Bangladesh, andando così ad affrontare i margini di cambio, le spese di elaborazione e i tempi di transazione più lenti lungo la strada, la Banca A può trasferire 5 milioni di dollari di XRP al portafoglio Ripple della Banca B, che può quindi convertire valuta locale.

I pagamenti con XRP sono in grado di regolarsi entro quattro secondi, e l’attuale costo minimo di transazione richiesto dalla rete per una transazione standard è di 0,00001 XRP. La rete è inoltre attualmente in grado di gestire contemporaneamente 1.500 transazioni al secondo.

Quanti Ripple ci sono

L’offerta massima di 100 miliardi di XRP è già stata pianificata dalla startup. Ne derivano importanti margini: alla fine dell’estate 2018, infatti, l’offerta di XRP in circolazione era inferiore a 40 miliardi.

Il motivo è semplice: Ripple, l’azienda che sta dietro la criptovaluta, possiede ad oggi circa il 60% dell’offerta totale di XRP. La maggior parte delle partecipazioni di Ripple (circa 55 miliardi di XRP) sono bloccate in un conto fiduciario, con un massimo di 1 miliardo di XRP che può rilasciare ogni mese, per un periodo di 55 mesi.

Quali wallet supportano XRP?

Come altre criptovalute, è possibile memorizzare gli XRP su un exchange. Per motivi di sicurezza, però, si consiglia di conservare XRP in un wallet privato. Ci sono peraltro molti walleet popolari che supportano XRP, tra cui il portafoglio hardware Ledger Nano S e il Toast Wallet per il desktop.

Chi è il team di Ripple

Ripple, l’azienda fintech di San Francisco che sta dietro XRP, è stata fondata nel 2012. Anche se il progetto ha radici che risalgono in tempi più remoti, al 2004, non è salito alla ribalta della cronaca fino a quando Jed McCaleb e Chris Larsen hanno unito le forze nell’agosto 2012, dando così forma al Ripple che conosciamo oggi.

Oggi, Ripple è guidata dal CEO Brad Garlinghouse e da importanti membri del team come il responsabile della crittografia David Schwartz e il CTO Stefan Thomas.

Quali sono le partnership di Ripple

L’elenco degli istituti finanziari e delle organizzazioni che hanno collaborato con Ripple è impressionante e si estende ad oggi a oltre 100 clienti piuttosto noti. Tra le più recenti intese evidenziamo quelle nei confronti di RationalFX (Regno Unito), FairFX (Regno Unito), Exchange4Free (Regno Unito), MoneyMatch (Malesia), UniPAY (Georgia), Banca Santander (che ha già lanciato un servizio blockchain chiamato Santander One Pay FX, utilizzando la tecnologia Ripple) e numerose altre banche in tutto il mondo.

Nella prima parte del 2018, Western Union aveva inoltre annunciato di essere in fase di test di alcune transazioni, utilizzando proprio la tecnologia Ripple. Qualche settimana prima, anche MoneyGram fece un simile annuncio.